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 Fig. 1 (A+B+C) – Paziente con problematiche estetiche per la presenza di processi di usura e, Fig. 2, per la perdita di dimensione verticale dell’altezza del III inferiore del viso.

La richiesta è quella di un miglioramento senza dover ricorrere a un approccio protesico con corone tradizionali, che reputa biologicamente troppo aggressive. La paziente riferisce di stare bene e di non avere nessuna difficoltà nella masticazione.

L’esame obiettivo è negativo.

L’occlusione abituale presenta una deviazione delle mediane inter-incisive, a nostro parere di tipo strutturale (dentale per una agenesia del 33). Il sospetto che si tratti di una deviazione strutturale è avvalorato da una relazione intermascellare di I classe dentale in un rapporto di iperprima molare simmetrico. Attribuiamo il rapporto bilaterale in iperprima al cambio di postura mesializzante da parte della mandibola, come conseguenza del processo di usura dentale. La mesializzazione della mandibola ha contribuito, nonostante la perdita di dimensione verticale occlusale (DVO), a decomprimere le articolazioni.

 

Fig.  (A+B+C+D) – Dinamica verticale.

La linearità del tragitto di apertura-chiusura abituale conferma l’interpretazione che la deviazione sia di tipo strutturale (dentale) e non di tipo funzionale. L’occlusione abituale della paziente, pertanto, può essere considerata fisiologica e, come tale, deve essere rispettata

Fig. 4 (A+B) – Dinamica frontale.

La lateralità di dx e la lateralità di sx si realizzano con movimenti orizzontali, simmetrici e con contatti dentali sequenziali sia sul lato di lavoro e sia dal lato bilanciamento. Sono questi gli elementi portanti che hanno garantito lo stato di salute muscolo-articolare e confermano lo stato di comfort riferito dalla paziente e la negatività dell’esame obiettivo. Analogamente alla statica, anche la dinamica della paziente risulta fisiologica e, come tale, deve essere rispettata.

Fig. 5 (A+B+C) – Dinamica sagittale.

All’inizio (A) e durante (B) il movimento sagittale, la protrusione è supportata dal contatto dinamico delle determinanti intermedie dell’occlusione.

Nel caso specifico è particolarmente evidente fra il versante distale del 4 superiore e versante mesiale del 5 inferiore, fino ad arrivare al testa a testa incisivo con disclusione dei settori posteriori (C). Tuttavia anche in questa fase finale della protrusione, in realtà la bocca opera un ulteriore compenso (a supporto delle articolazioni) con il versante distale degli ultimi molari. Quest’ultima osservazione conferma il riscontro di un buon equilibrio biomeccanico e controindica

l’eventuale modifica di superfici di questo tipo, dove anche l’estrazione di un ottavo potrebbe diventare un fattore critico.

Fig. 6 e 7 (A+B+C) – Lavoro finito.

Riscontrato lo stato di salute dell’organo della masticazione, il nostro intervento si è orientato verso una riabilitazione adesiva che ha risolto il problema estetico della paziente assecondando la sua richiesta di non essere aggressivi.

Fig. 8 (A+B) e fig. 9 (C+D) – Dinamica frontale.

Allo stesso tempo ha rispettato al massimo l’equilibrio morfo-funzionale e gli schemi occlusali statico-dinamici pre-esistenti al trattamento.

Abbiamo incrementato la dimensione verticale occlusale (DVO) garantendo la realizzazione di movimenti liberi, orizzontali, simmetrici e del tutto sovrapponibili a quelli iniziali con contatti dentali sequenziali dal lato di lavoro e dal lato di bilanciamento, sia in lateralità dx  (A) che in lateralità sx (B). La morfologia occlusale è in armonia con i tragitti neuro-artro-muscolari della paziente e garantisce un buon equilibrio neuro-muscolare e la protezione delle articolazioni.

Ci teniamo a sottolineare che la morfologia dei denti anteriori (e il loro OVB-OVJ) non è arbitraria, ma espressione di una precisa modellazione che tiene conto delle dinamiche funzionali.

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